"NULLA È MENO SCIENTIFICO DI NEGARE CIÒ CHE NON SI SPIEGA...." Jean Valnet

lunedì 2 aprile 2012

La Saggezza del Lombrico


Siamo a primavera!
Stagione di risveglio e di gemmatura…
Basta allontanarsi un po’ dalle città per immergersi in un tripudio di alberi in fiore; di prati erbosi di un verde elettrizzante; di rami, ancora secchi, traboccanti di gemme ora verdi, ora bordeaux, pronti a esplodere alla vita; in un’aria tersa portatrice di mille melodie di uccelli.

Anche noi partecipiamo a questa scia di risveglio e di rinascita: vi propongo allora un esercizio di radicamento e di ricarica energetica.

In una bella giornata di sole spostatevi fuori città.
Scegliete un posto ameno possibilmente ampio, meglio se non troppo boscoso ma piuttosto erboso con dolci declivi collinari.
Occorre individuare un luogo (ove ne abbiate la possibilità) lontano da abitazioni e, se possibile, senza “interferenze” dell’opera dell’uomo (fognatura, cavi elettrici sotterranei, linee telefoniche ) ciò è importante per assicurarvi un contatto più diretto e “pulito” con la Madre terra.
Togliete le scarpe e sedete a terra con le gambe flesse, sentendo la pianta dei piedi e gli ischi (sono le ossa all’estremità inferiore della natica) ben piantati a terra, le ginocchia sono morbide e i vostri talloni saranno a circa 35 cm dal sedere. In questa posizione dovreste sentire parte della zona genitale adagiata sul terreno e la schiena morbidamente allineata; sciogliete un po’ il collo, pensate che la testa vi si poggi sopra dolcemente sorretta senza sforzo e senza tensione muscolare. Trovate la vostra posizione comoda!
Ora – per trovare un altro punto di contatto e di dialogo con la Terra -  poggiate entrambi le mani a terra all’altezza del bacino, ne troppo in avanti ne troppo indietro, in modo da lasciare rilassata l’articolazione della spalla, le braccia non sono tese ma morbidamente e naturalmente piegate ai gomiti.
Sentiamo il contatto dei palmi sul terreno, la percezione è che non stiamo spingendo con le mani verso la Terra ma stiamo abbandonando spalle e scapole e siamo sorretti dalla Terra attraverso le mani.
La Terra ci sostiene e ci ricarica! E cosi stiamo, a occhi chiusi.
Ascoltiamo senza cercarla ma con accogliente attenzione ogni sensazione fisica che emerge, sentiamo il respiro senza tentare di liberarlo di allungarlo ma semplicemente ascoltandolo cosi com’è…sentiamo il sole che ci scalda il viso….
Siamo sostenuti dalla Terra che con il suo calore, il suo movimento perpetuo le sue reazioni di vitale risveglio nutre e sintonizza la nostra pulsazione vitale.
Potremmo sentire l’onda respiratoria che sale dal nostro bacino, dal sacro e si irradia su per la schiena spostando impercettibilmente la testa….
Potremmo, come d’incanto, sentire il silenzio dentro di noi e di colpo aver consapevolezza dei mille suoni portati dal vento nell’ambiente fuori di noi.
Questa esperienza corporea istantanea, se accade, è sconvolgente! E illuminante del c.d “fare spazio” che è quello che si consente di “vedere” e entrare in autentico e gioioso contatto con l’Altro da noi.
A questo punto, se accade, aprite gli occhi e state con tutto ciò: i suoni degli uccelli che sino a quell’istante non erano così distinti; il vento e il sole che vi carezzano il volto; l’erba mossa dalla brezza.
Carezzate dolcemente quell’erba.. probabilmente vi arriverà più forte e chiaro il suo profumo…

Accadrà tutto questo?

Non lo so, non potete saperlo neanche voi prima di viverlo, …. non dovete andare lì come sentinelle in agguato per coglierlo.
Può accadere come no!
Non è importante. Sicuramente, però, questo contatto profondo lavora e muove cose dentro di voi.
Non è necessario che capiate come. Non è importante sapere come e attraverso quali meccanismi funziona.
Lasciamolo accadere.

Domenica in una splendida passeggiata, immerso nella campagna umbra, ho avuto modo di imbattermi in un grosso lombrico: sono rimasto estasiato dalla sua insospettabile grazia e leggiadria. Non so se ne avete mai osservato uno, sembra allungare la testa verso la direzione in cui sta andando e poi richiama a sé ritmicamente parte del lungo corpo e quando questa parte si comprime a ridosso della testa, soavemente riparte in allungamento… è armonico ed elegante!
Sa come fare? Si chiede come nasce la contrazione dei suoi anelli e quando alla contrazione del precedente far seguire il rilassamento del successivo?
Certamente no!
Eppure partecipa al ed esprime il….. ritmo.
Buon risveglio a tutti!

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