Lo yoga della risata è un metodo
unico per ridere……. senza.motivo. Come?
Combinando esercizi di respirazione mutuati dall’antica sapienza Yogica
con esercizi di risate auto stimolate. Fatte, cioè, senza bisogno di barzellette
o comicità ma prodotte a partire dal corpo per sollecitazione meccanica del
diaframma.
La filosofia del metodo si fonda
sul presupposto scientifico che il corpo umano non distingue tra una risata
spontanea e una simulata. In entrambi i casi, infatti, si mettono in atto i
medesimi meccanismi neurologici e bio-chimici.
A suffragare il predetto presupposto
scientifico esiste una consistente letteratura di matrice statunitense[1].
E del resto tracce empiriche che
ricollegano effetti sistemici complessi e complessivi alla rievocazione di “memorie
corporee” caratterizzano anche altre tecniche corporee (dal rilassamento
progressivo di Jacobson, all’analisi
bio-energetica).
L’argomento che vorrei affrontare
nel post è tuttavia diverso ed è:
una risata stimolata nel corpo, autoindotta o, per cosi dire, “meccanica”
è una risata finta?
La risposta è no!
Tale risposta poggia sullo
smascheramento di un equivoco culturale che è quello di ritenere spontanea
soltanto la risata procurata con umorismo.
In realtà studi sulla nostra
storia evolutiva hanno dimostrato che la risata umana è “nata” prima
dell’umorismo:
- essa infatti è la risposta
fisica a una generalizzata sensazione di appagamento e gratificazione[2]; è
l’espressione della Gioia e il mezzo per esprimere soddisfazione amichevole
(“ti mostro i denti in modo inoffensivo e disarmato”); l’umorismo viene dopo,
come leva per suscitare negli altri la risata al fine di smorzare ostilità e
affrontare situazioni problematiche.
- La risata è linguaggio
universale che travalica i sistemi culturali di comunicazione evitando le
distorsioni di significato tipiche della comunicazione verbale e presenta nei
diversi popoli le stesse caratteristiche gestuali e sonore.
- L’umorismo, invece, impegna
risorse intellettive e cognitive e come tale risente dei diversi contesti
culturali di riferimento.
A tale differenziazione corrispondono
due diversi (seppur interdipendenti sotto il profilo morfologico e funzionale )
percorso neuronali:
1) il senso dell’umorismo viene
“decodificato” e compreso nell’area corticale prefrontale;
2) la risata primitiva (o senza
motivo) impegna invece aree subcorticali, tipicamente: il sistema limbico e, in
particolare, all’interno di questo il nucleo accumbens.
E’ questo tipo di attività
neuronale che, per interazione ipotalamica, dialoga con i meccanismi cerebrali
che presiedono alla produzione di quelli ormoni del benessere derivante dalla
risata.
Da ciò si comprende come una
risata fatta senza motivo non è “finta” rispetto a una risata procurata da una
barzelletta.
Anzi per produrre gli effetti
endocrinologici che la scienza ascrive alla risata[3], una
risata “da barzelletta” dovrebbe avere una durata prolungata ed essere
associata a un’emozione, altrimenti implicherebbe soltanto una “soddisfazione
dell’intelletto”.
Nella risata senza motivo che si
fa in un club della risata; a) la durata prolungata è assicurata dall’esercizio;
b) l’emozione che funge da driver
dell’attivazione è (o dovrebbe essere) la sperimentazione del senso di libertà
che deriva dal comportarsi come “giocosi mattacchioni”, dall’abbandonarsi ai
movimenti del corpo e dal conseguente allentamento delle tensioni.
E’ in questa inversione di rotta
che risiede la potenza dello Yoga della Risata:
si parte dall’attivazione del
meccanismo “sub-corticale”, collegato con i circuiti del piacere e della
gratificazione e - attraverso le afferenze delle strutture sottocorticali e
mesencefaliche - si arriva alla
corteccia prefrontale mediale[4], che
“cognitivizza” l’esperienza vissuta facendoci riconoscere più liberi e sereni e
ponendo le basi per una nuova valutazione dell’autostima e per una diversa
risposta comportamentale alle esperienze/sollecitazioni della vita reale.
[1] Si fa
riferimento in particolare alla letteratura medica sulla gelotologia che prende avvio negli anni ’60 con lo
psichiatra William Fry e prosegue con le ricerche di Lee Berk
nel campo della PNI (Psiconeuroimmunologia).
[2] Ciò è riscontrabile anche
rispetto alla storia individuale umana (che nel suo svolgersi ripercorre
in qualche misura la storia evolutiva della specie): ogni neonato ride a
sollecitazioni fisiche e/o in risposta ad una situazione di gratificazione.
[3] Mi riferisco in
particolare alla produzione del neutrotrasmettitore dopamina.
[4] Le corteccia prefrontale
mediale riceve le afferenze delle strutture sottocorticale e mesencefaliche nel
circuito orbito frontale mediale.