"NULLA È MENO SCIENTIFICO DI NEGARE CIÒ CHE NON SI SPIEGA...." Jean Valnet

lunedì 23 aprile 2012

"OH, OH,.....AH AH AH"


Cari Olisti, buongiorno a tutti,
oggi vengo a voi con un post un po’ personale: ho infatti finalmente concluso il mio training per divenire conduttore di sessioni di Yoga della Risata. Ora sono Leader certificato (oh, oh, ah, ah,ah).

Innanzitutto vi dico, brevemente, di cosa si tratta e, poi, aggiungo perché ne scrivo oggi qui.

Si tratta di una tecnica di risate incondizionate (senza motivo) ideata nel 1995 da un medico allopatico indiano, il Dr. Madan Kataria. Essa combina tecniche base di respirazioni yogiche con “figure” di risate procurate senza motivo. Ciò sulla base del presupposto che il corpo non distingue tra una risata simulata e una vera (nel senso di risata procurata da una situazione comica); è stato infatti scientificamente dimostrato che la biochimica del nostro corpo si attiva nella medesima misura.
Tornerò su questi temi in successivi post poiché reputo l’argomento molto interessante e meritevole di sviluppi da varie prospettive.

Vengo invece al punto perché ne scrivo oggi:….. per dire Grazie.

Tanto per cominciare per rendere onore all’Universo e all’incontro con persone, i miei nuovi amici di risate (i componenti del gruppo di training), colmi di Amore e di Grazia.
Ognuno di loro senza parole, senza le costrizioni e gli adattamenti verbali per poterle comunicare, ha condiviso con gli altri le proprie emozioni.
Dietro ognuno dei loro sguardi ho potuto scorgere le gioie, le paure, gli entusiasmi e le aspettative del  bambino interiore che ognuno di noi andava piano piano ricontattando; dietro gli occhi di ognuno ho intuito le offese e i dolori che la vita nel suo scorrere sedimenta dentro di noi.

E allora un grazie grande agli occhi di Santa e di Annamaria, agli occhi di Tiziana e a quelli di Anna, di Maria, di Alessandra e ancora  a quelli di tutti gli altri che non menziono, veramente, solo per brevità.
Durante la Break connect ho ripreso per mano il piccolo Lucio che avevo portato lì a ridere e, vi confesso, che risentirlo in quel modo profondo mi ha fatto piangere durante la meditazione.

E poi un secondo Grazie speciale alla nostra Formatrice Laura Toffolo – Presidente dell’Associazione Nazionale dello Yoga della Risata -  anima dolce, forte e fragile a un tempo, donna di enormi competenze e di forti sentimenti.

Ieri Laura ci chiedeva, a conclusione del corso, di esprimere la cosa più significativa che ci aveva lasciato l’esperienza formativa.
Per ognuno di noi avrà risuonato più qualcosa rispetto a qualcos’altro, a seconda delle attitudini, dei vissuti e del background di provenienza.
Ieri eravamo tutti troppo stanchi e felici per verbalizzarlo
Io l’ho messo a fuoco questa notte e voglio esplicitarlo come tributo speciale a questa tecnica e a  chiarimento per i  “Riso-scettici”.
Per me la cosa più potente e straordinaria della tecnica (è infatti uno dei suoi “perché”) è l’assenza di bisogno di uno stimolo esteriore per ridere.
Una risata “meccanica”, infatti, ha una potenza dirompente che non va sottovalutata. Essa non necessita di felicità, di senso dell’umorismo, di eventi favorevoli nella nostra vita e, proprio per questo, (lo ho esperito sulla mia pelle) per poter essere fatta non necessita della legittimazione e dell’assenso della mente pensante (quella che  ci chiederebbe: “..ma che motivo avrei per ridere”). E,  allora, … ne boicotta i controlli, ne agira indisturbata il “check point” e irrompe nel corpo lavorando in modo potente ed immediato come tecnica corporea.
Mi piace dire (potete usarlo, ma ne rivendico il copyright :-)..ahahhaha ) che nella sua apparente “banalità” è “la piccola punta di diamante” che manda in frantumi lo spesso vetro che talvolta si frappone tra noi e gli altri; è la “sottile lastra” che apre la pesante porta della stanza dentro cui avevamo imprigionato la nostra essenza più autentica e ci svela – novelli Alice – un mondo di incredibili connessioni, di colori, luci e suoni.

Lucio

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