Buongiorno Olisti e ben svegliati
in questo primo giorno del nuovo anno.
E’ un po’ che non pubblico post e
il passaggio di anno mi offre
l’occasione per fare il punto di questa esperienza da blogger.
E’ un’esperienza che mi ha regalato
tanto e che, soprattutto, mi ha fatto avvicinare e comprendere il mio bisogno
di comunicare; di esprimere
pensieri e parti di me che sentivo più “costrette” e inespresse. Volevo
condividere e cercare ascoltatori con cui confrontarmi.
All’opportunità di questa
“acquisizione”, offertami dall’esperienza del blog, va la mia riconoscenza.
Nel tempo trascorso però mi sono
anche reso conto che gli spazi virtuali sono privi di un “ricevente” della
comunicazione chiaramente identificato: non c’è un pubblico visibile; non c’è
un interlocutore di cui riesco a cogliere i segnali di ascolto o di
distrazione.
E’ un po’ come parlare alla
piazza vuota.
Da tale consapevolezza deriva la mia latitanza degli ultimi tempi.
La
ricerca, l’ascolto di Sé attraverso le manifestazioni e le sensazioni corporee, si sono dirottate su lidi e territori di condivisione più diretta e immediata.
Allora, approdato sulle sponde di
questa nuova consapevolezza, affido come naufrago questo messaggio augurale di
inizio d’anno (nella bottiglia) ai flutti (altrettanto virtuali) della Rete,
sperando che da qualche parte qualcun altro, arroccato sullo scoglio di quella
che sente essere la propria consapevolezza, possa coglierne gli echi.
Buon anno a tutti!!
Che il 2013 ti restituisca la capacità
di stupirti, la curiosità e la possibilità di entusiasmarti!
Stupirsi vuol dire vedere
riflessa nei passi saltellanti di un passero, intorno ai resti di colazione di
un bar del centro, la completa espressione dell’esistenza;
Stupirsi vuol dire restare a
guardare la luna in una notte di plenilunio; notare il suo moto (apparente) nel
corso della notte, e sentire che tu sei parte imprescindibile di quel movimento
universale;
Stupirsi è sottrarsi al turbinio
dei pensieri lasciando essere il tuo respiro.
Buon
stupore a tutti.
Perché è questo stupore che a
poco a poco ci restituisce una dimensione sacra di senso della vita.
Tutti gli eventi (oggettivi) che
ci accadono ricevono una lettura di senso dalla nostra identità.
Questa lettura noi chiamiamo
destino; il senso della nostra vita.
Siamo noi a darglielo!

Siamo noi "responsabili" di come ci
percepiamo, eppure non siamo padroni ne della determinazione del corso degli
eventi ne della chiave di lettura, che ci è fornita come unica e non
sostituibile dal nostro vissuto.
La consapevolezza di ciò
alleggerisce la pesantezza del nostro viaggio.
La risposta a tale consapevolezza
dell’intelletto non è: come ottengo allora la padronanza? Ma è, invece, come
riesco a stare a galla sul flusso della corrente.
Che la vita vi sia lieve.
Buon 2013.